Sono sostanze riempitive (dall’inglese to fill: riempire) di piccoli inestetismi cutanei quali, depressioni, pieghe e rughe. Negli anni ’80 la prima storica tappa è l’uso del collagene, ma con tutti i difetti di un neo-prodotto: necessità di test, intolleranza, scarsa durata. Negli anni ’90 inizia l’uso dell’acido jaluronico, filler maneggevole e plastico. Oggi abbiamo a disposizione una vasta gamma di numerosi riempitivi distinguibili in due gruppi: riassorbibili e non riassorbibili. Ogni gruppo ha i propri vantaggi e svantaggi: i reversibili hanno sicurezza d’uso, capacità di correzione, reversibilità contro la durata breve e incostante, i non reversibili sono stabili ed duraturi, molto volumizzanti, ma irreversibili e con gravi effetti collaterali permanenti.

Questa varietà consente comunque di rispondere a qualunque esigenza di riempimento, con prodotti sempre più raffinati e privi di effetti collaterali. I prodotti a base di acido jaluronico costituiscono la famiglia di filler iniettabili più recentemente approvata per i difetti del volto ed i più utilizzati in Italia e in Europa.

L’Acido Ialuronico è un polisaccaride, uno zucchero naturale indispensabile per il corretto funzionamento dell’organismo ed appartiene a quel ristretto gruppo di sostanze che mantiene la stessa forma in tutti gli organismi viventi pertanto non provoca allergie. Presente in tutti i tessuti dell’organismo, specie ossa e muscoli, nei tessuti subcutanei e connettivi, provvede allo spessore e elasticità della cute, e gioca un ruolo fondamentale nella crescita cellulare.

Ha grande capacità di richiamare acqua, quindi ha un grande potere idratante. Difatti viene spesso addizionato a creme cosmetiche per la sua disponibilità a richiamare acqua fino a 1000 volte il suo volume iniziale. Si trova combinato ad altre sostanze che lo stabilizzano rendendolo duraturo, in quanto nella forma naturale (cioè simile a quella tissutale) verrebbe rapidamente degradato. Tutte queste proprietà lo rendono un filler ideale, anche per la sua transitorietà, in quanto si assorbe in maniera naturale nell’organismo.

Nel 1996 una compagnia svedese crea una versione in laboratorio in gel chiamata NASHA (Non Animal Stabilized Hyaluronic Acid). Da allora l’azienda ha creato tante varianti del prodotto, con stessa formulazione ma differente densità e quindi utilizzo. Il dover ripetere il trattamento periodicamente è di certo un handicap, ma ha il vantaggio di potere cambiare idea secondo le mode o i gusti.

Sedi

È destinato unicamente per impianti intradermici\o sottocutanei. Il prodotto più compatto viene utilizzato nel riempimento di solchi nasogenieni e rughe profonde, mentre i più fluidi sono maggiormente adatti alle aree più sottili come intorno a labbra e occhi. Consente un modellamento e un aumento volumetrico delle labbra molto fine, garantendo risultato di estrema naturalezza.

I “fine line” (i più fluidi) trovano indicazione anche nel collo e decolletè, di recente anche nell’ “overlap” delle mani, un riempimento per contrastare la scheletrizzazione del dorso delle mani.

Esiste poi una variante di prodotto di recente immissione sul mercato che necessita di una cannula per essere impiantata e serve per il rimodellamento dei contorni del viso, quindi zigomi, mento, angolo mandibolare. La profondità di impianto è solo nel tessuto grasso sottocutaneo e sopraperiostale (sopra l’osso).

Quindi il grado e la durata della correzione dipendono dai tessuti dell’impianto, dalla profondità dell’infiltrazione e dalla tecnica utilizzata.

Effetti collaterali dei filler

Come tutti i filler biodegradabili può dare temporaneo e reversibile eritema, gonfiore, dolore in sede , ematomi, maggiore sensibilità, prurito. Sono descritte rare reazioni allergiche e tutte le complicanze sono modeste e di breve durata. L’eventuale mal posizionamento del prodotto in superficie, dà luogo a nodularità con pigmentazione bluastra visibile. Raramente sono stato segnalati granulomi. Il filler all’ac. ialuronico, come tutti i prodotti biodegradabili, tollera un certo errore di esecuzione in quanto viene comunque riassorbito e quindi gli effetti collaterali scompaiono nel tempo.

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